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Breve Storia del Project Management

Il Project Management, così come lo si intende oggi, si è affermato non più tardi di cinquant'anni fa, all'inizio degli anni 60, quando le aziende iniziarono ad apprezzare i vantaggi del lavoro organizzato per progetti e a comprendere quanto fosse importante riuscire a far lavorare in modo coordinato tra loro, verso il raggiungimento di un obiettivo comune, più reparti con diverse competenze e specializzazioni.

Ma la realizzazione di quello che oggi si definisce comunemente un progetto, ossia uno "sforzo complesso, comportante compiti interrelati eseguiti da varie organizzazioni, con obiettivi, schedulazioni e budget ben definiti" (secondo la definizione di Russel D. Archibald) è una sfida che l'uomo ha raccolto da sempre, a partire dalla realizzazione delle prime grandi opere: basti pensare alle grandi piramidi di Giza, esempio tutt'oggi insuperato di capacità organizzativa e logistica oppure, tra gli insuccessi, alla mitica Torre di Babele, altrettanto insuperato esempio di carenza comunicativa e crisi organizzativa.

E' solo dalla fine dell'800 che ha inizio il processo evolutivo verso l'organizzazione per progetto, con approcci che cominciano ad assumere le forme del Project Management quale naturale evoluzione delle teorie di gestione aziendale che si erano andate affermando proprio in quel periodo di grande crescita di complessità del business mondiale, primi fra tutti i grandi lavori per la costruzione delle infrastrutture che segnarono profondamente l'epoca.

Intorno al 1870, negli Stati Uniti cominciarono i lavori per la costruzione della ferrovia che doveva unire la costa atlantica a quella del pacifico, la Transcontinental Railroad: per la prima volta nella storia industriale ci si trovò di fronte al problema di coordinare le attività di migliaia di lavoratori, nonché la costruzione e l'assemblaggio di una quantità mai vista prima di materiali grezzi.


1) Gli anni a cavallo tra XIX e XX secolo

Negli anni a cavallo del secolo Frederick Taylor (1865-1915) iniziava i suoi studi sui metodi di lavoro, applicando al lavoro ragionamenti scientifici.

"L'idea di Taylor consisteva nel superare l'amatorialità dei manager suoi contemporanei: attraverso lo studio scientifico del lavoro e la cooperazione tra dirigenza qualificata e operai specializzati riteneva infatti possibile organizzare un proficuo rapporto, in cui ambo le parti avrebbero ottenuto vantaggi. La sua ipotesi consisteva essenzialmente nel supporre l'esistenza di una sola "via migliore" ("one best way") per compiere una qualsiasi operazione. La teoria di Taylor si occupò inizialmente di un ambito prevalentemente produttivo: il suo metodo prevedeva lo studio accurato dei singoli movimenti del lavoratore per poter ottimizzare il tempo di lavoro." (tratto da Wikipedia).

Prima di allora, l'unico sistema conosciuto per migliorare la produttività era lavorare di più e più duramente.

Un associato di Taylor, Henry Gantt (1861-1919) studiò in dettaglio l'ordine delle operazioni nel lavoro, definendo quello che oggi è conosciuto come Diagramma di Gantt
: uno strumento grafico per la rappresentazione sull'asse temporale delle attività che concorrono al completamento di un progetto, permettendone così la programmazione ed il controllo dell'avanzamento. Il diagramma di Gantt si e dimostrato nel tempo uno strumento di analisi così potente da venire utilizzato continuamente da generazioni di manager sino ai giorni nostri rimanendo praticamente immutato. Solo negli anni '90 furono introdotte nel diagramma delle linee di collegamento (link) che consentono di rappresentare con maggior precisione le dipendenze esistenti tra le attività di progetto.

Taylor, Gantt e altri hanno contribuito all'evoluzione del management in varie funzioni ben distinte negli anni precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: Marketing, Psicologia Industriale e Relazioni Umane cominciarono ad affermarsi come parte integrante del "Business Management".

2) La prima metà del XX secolo

Il primo grande progetto che vide l'impiego razionale dei concetti di Project Management fu il Progetto Manhattan, iniziato nel 1942 con l'obiettivo di realizzare la fissione nucleare e le bombe che sarebbero poi state sganciate sul Giappone tre anni più tardi.

Un progetto il cui Project Manager riferiva direttamente al Presidente degli Stati Uniti, con obiettivi molto ben definiti e una chiara distribuzione dei compiti e delle responsabilità all'interno dell'organizzazione di progetto.

Il periodo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale fu caratterizzato sul fronte civile dalla ricostruzione post-bellica con la realizzazione di importanti opere impiantistiche ed infrastrutturali, mentre sul fronte militare dalla corsa agli armamenti innescata dalla Guerra Fredda e dalle prime imprese spaziali. La necessità di progredire nella gestione per progetti riuscendo a raggiungere risultati importanti comprimendo i tempi di realizzazione favorì lo svilupparsi di metodologie di project management sempre più sofisticate. In quel periodo furono introdotti nuovi strumenti di analisi sempre più complessi e sofisticati, come i diagrammi detti di PERT (Program Evaluation and Review Technique) e il metodo del CPM (Critical Path Method) cioè del "percorso critico", che migliorarono le capacità di controllo dei managers su progetti sempre più grandi e complessi.

Molto presto l'uso di queste tecniche si diffuse in tutti i tipi di industria e i leaders industriali individuarono le nuove strategie e strumenti per sostenere la crescita in un mondo sempre più competitivo e in veloce evoluzione.


3) Gli anni '60

Nei primi anni 60 del XX secolo, si incominciarono a vedere i primi sistemi di gestione e pianificazione dei progetti così come li conosciamo oggi, che vennero applicati tra i primi dal Programma Apollo, che culminò nel luglio del 1969 con la missione di allunaggio di Apollo 11.

Questi sistemi presentavano tra gli aspetti salienti una pianificazione eseguita partendo dall'alto per giungere al dettaglio (top-down), mentre i controlli vengono effettuati in senso inverso partendo dal basso per giungere in cima (bottom-up).
Si definì così anche la metrica per comparare l'avanzamento del progetto (ACWP, Actual Cost of Work Performed) sia con quanto programmato (BCWS – Budgeted Cost of Work Scheduled), sia con quanto effettivamente valorizzato a costi di progetto (BCWP – Budgeted Cost of Work Performed), meglio conosciuto come "Earned Value
".
Si afferma il concetto che per un'effettiva comprensione dello stato del progetto è necessario conoscere la relazione esistente tra l'avanzamento temporale e quello economico.

In questo modo si possono definire indici che definiscono lo stato del progetto e si può formulare una corretta stima del suo completamento. A tutt'oggi nessun sistema è riuscito a superare in validità questo dell'Earned Value.

Quegli anni vedono anche un forte sviluppo della cultura organizzativa di project management. Vengono analizzate strutture a task force e a matrice, ponendole in relazione con il ruolo e l'autorità del Project Manager.

L'analisi delle esperienze nella conduzione di progetto evidenzia come la diversità culturale e i diversi obiettivi tra chi opera nella struttura organizzativa permanente e chi in quella temporanea di progetto siano origine di conflitti, soprattutto nelle organizzazioni a matrice. Si sviluppano teorie sui conflitti e si definisce la teoria dei sistemi aperti, che considera le organizzazioni come organismi viventi predisposte all'adattamento delle evoluzioni ambientali attraverso forti differenziazioni e interdipendenza.

4) Gli anni '70 e '80

Negli anni '70 il project management si consolida definitivamente nei settori dell'impiantistica e dell'edilizia. Emerge l'importanza dei cosiddetti "stake-holder" i decisori esterni al progetto, con cui è necessario confrontarsi.

Ad esempio, il progetto Concorde, l'aereo supersonico francese, fu fortemente penalizzato dal fatto che gli Stati Uniti non ne autorizzarono l'atterraggio fino al 1976.

A partire dai primi anni '80 il Project Management si diffonde definitivamente anche ad altre industrie, prima fra tutti l'industria IT di produzione del Software e, più in generale dei sistemi informativi aziendali che in quegli anni fanno la loro comparsa.

Inoltre, la rapida evoluzione dell'HW e del SW, soprattutto in seguito all'introduzione del personal computer, favorisce la diffusione di sistemi di gestione dei progetti, di schedulazione, di controllo, molto orientati agli utenti ma che funzionano sul singolo PC, impedendo la raccolta di dati su Database omogenei. Per questo si dovrà aspettare gli anni '90, con le prime applicazioni distribuite client-server.

L'aumentata potenza dei sistemi di controllo consente di concentrare l'attenzione sugli aspetti comunicativi e di relazione. Il project management si estende a progetti critici per la strategia aziendale come il re-engineering dei processi produttivi, l'introduzione di nuovi prodotti e servizi, l'adeguamento del business aziendale ai benchmark di mercato, lo sviluppo di nuovi business e iniziative per la Qualità Totale.

5) I giorni nostri

Lo sviluppo dei sistemi Software, dell'IT e soprattutto di Internet, consente un continuo potenziamento dei sistemi di controllo dei progetti, così come migliora notevolmente la facilità di comunicazione tra i membri dei team di progetto. I progetti vengono sempre più frequentemente gestiti da team virtuali, composti da persone dislocate in varie parti del mondo ma in continuo collegamento grazie alla rete.

Aumenta l'attenzione ai rischi e alla loro mitigazione, soprattutto investendo in una miglior pianificazione e una miglior preparazione teorica dei project manager e dei team di progetto, elemento quest'ultimo ormai acquisito come essenziale dalla maggioranza delle aziende.


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